davide

bernardi

Collezione

1960-2024

Solitudine

Bernardi sente l'imperativo morale di denunciare gli aspetti più avvilenti della società contemporanea, sia sul piano globale (emarginazione, guerra) che su quello più ristretto della sua città, sempre meno a misura d'uomo.


Sole

Spettatore

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Imprigionato

Autunno

Le opere di Davide, ci pare di poter sostenere, mostrano una ricerca profonda dell'umano, del suo rapporto con la natura, del suo continuo interrogarsi su quello che verrà dopo. E su questa ricerca utilizza poi la straordinaria forza dei sogni e l'incredibile varietà delle visioni, il nucleo di significato non cambia. È una dimensione innanzitutto etica ancora prima che estetica. Ci piace perciò concludere utilizzando ancora una volta un suo suggerimento cromatico: il colore dei corpi dei suoi esseri umani copre l'intera tavolozza dei colori della terra che calpestiamo, di cui ci nutriamo e che, nonostante il dolore, amiamo e continueremo ad amare.


Alessandro Riccioni

Van Gogh

Per la pace

Pubblicati sulla rivista

Arte Mondadori

L’attento e deciso cromatismo del suo tratto iconografico nell’appalesare la realtà sociale, interprete del suo tempo, segue il concetto Warburghiano che “le immagini sono finestre attraverso cui il mistero entra nella nostra vita”. Bernardi è uno sceneggiatore, che imprime attraverso la pennellata pastosa, il senso autentico


di una catastrofe umanitaria nella composizione di “stelai”, alla stregua del Monumento all’olocausto berline-se, evocando l’attuale condizione ucraina. La bimba speranzosa, sembra burlarsi, portando al guinzaglio il simbolo per antonomasia di una guerra detestata, aggirandosi tra le lapidi alla ricerca del suo parentato. In guerra esiste una sola vittima: il popolo, la cui visione si accentra nel pianto disperato della solitudine di quella fanciulla, unica testimone per le generazioni future.


Licia Oddo – Jorge Facio Lince

Disaggregazione sociale in un bar


Nell’esaltazione del momento tacito della “messa in opera”, si assiste ad un recupero del passato di quel Die Brücke che tanto caratterizzò il primo ventennio del secolo scorso, e di cui Bernardi, esattamente un secolo dopo, si avvale riuscendo a rappresentare nella sua narrazione iconografica, quegli aspetti più determinanti della società attuale. Un singolo momento quotidiano qualunque, diventa, in modo incisivo, l’esternazione di varie emozioni, solitudine e alienazione dell’individuo, a quella realtà che si conosce, tale da impressionare lo spettatore ed in cui il maestro partecipa protagonista “dell’happening della sua opera”, vis - a vis con la sua “creatura”, pensieroso, quasi rassegnato nella consapevolezza di un mondo che non appartiene più al suo vissuto. Nell’accentuata poetica cromatica, la pittura volitiva di sapore “Kirkneriano”, coglie il mondo nella sua essenza, la cui ambientazione ricca

di dettagli alla maniera fiamminga, fa da sfondo nonostante il luogo ad un momento refrattario alla convivialità.

Licia Oddo – Jorge Facio Lince

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